Pubblichiamo l’articolo di Elisa Costantino nostra Socia e giovane attivista di Torino
In Italia essere disabile è una questione di classe e se non lo sapevi mo te lo spiego. Ti racconto del mio ultimo – e non primo – viaggio in treno tratta Torino-Roma.
Sui Frecciarossa il posto per disabili è uno solo e l’unica carrozza accessibile è la business. Naturalmente non si può salire in autonomia sul treno ma bisogna prenotare il servizio di assistenza (in sostanza il personale che utilizza un montacarichi per farti salire e scendere dal treno) almeno 12 ore prima della partenza. Quindi scordati viaggi non programmati a meno che tu non abbia le ali.
Succede però che tu paghi un sovrapprezzo molto alto per il solo fatto di essere disabile. Un esempio?
Un biglietto per la stessa tratta di una persona non disabile è costato 68€, il mio 100€ disabile+accompagnatrice. Cos’è che devo pagare in più? La persona che utilizza il montacarichi? No, mi state obbligando. Bastava un treno filo banchina. Devo pagare il posto alla mia assistente? No, l’assistente sono obbligata ad averla e non è colpa mia. Ergo, una persona disabile dovrebbe poter acquistare un biglietto scontato esattamente come un persona non disabile senza dover pagare il biglietto dell’assistente.
Ogni volta che devo fare un viaggio devo farmi i conti in tasca solo perchè sono disabile e costa tutto il triplo. I biglietti del treno, l’assistenza personale, l’alloggio accessibile. Cose che dovrebbero essere un diritto diventano un privilegio e c’è gente che rinuncia a opportunità per i costi elevati legati alla disabilità.
Dimmi se questa non è discriminazione …
Ps: qui si parla di un viaggio fatto ad ottobre e prenotato a giugno in stazione, precisamente in Sala Blu, con la mia assistente. Abbiamo fornito i dati della mia Carta Blu e la sua carta d’identità e abbiamo prenotato tutto con l’aiuto del personale addetto. La stessa cosa mi è successa a luglio sempre per la tratta Torino-Roma.
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