Il Progetto europeo offre alle persone il diritto di esplorare. Viaggiare, studiare e vivere in diversi paesi, significa che ogni individuo può accedere ai benefici di un mondo globalizzato nel quadro dell’Unione europea (UE). Eppure, al momento, molti cittadini dell’UE non sono ancora in grado di accedere pienamente alle opportunità che essa offre. Le persone con disabilità in tutta Europa sono costrette ad affrontare ostacoli significativi all’accesso dei servizi come i trasporti e l’abitazione, che sono essenziali per partecipare pienamente e con eguaglianza nella collettività. Inoltre, è più probabile che le persone disabili vivano in situazioni di povertà e con meno probabilità di trovare un impiego nel libero mercato del lavoro. Hanno meno opportunità anche nell’accesso e inclusione nelle scuole pubbliche di ogni livello. Migliaia di persone disabili vivono ancora negli istituti, segregati ed esclusi dal resto della società. Ciò va contro i valori europei e mina la filosofia della Vita Indipendente.
L’anno 2019 sarà pieno di opportunità per l’Unione europea. La proclamazione del Pilastro europeo dei diritti sociali (Social Pillar) del 17 novembre 2017 e la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (ONU CRPD) da parte dell’UE e tutti i suoi Stati membri hanno fornito grandi strumenti per superare la crisi economica, l’austerità e i tagli avvenuti. È tempo di ridare all’UE un volto umano. I
cittadini europei vogliono che l’Unione europea torni a mettere le persone in prima linea nella politica.
Sostenendo tutti coloro che vivono negli Stati membri nell’accesso agli stessi diritti, l’UE può consentire alle persone di vivere una vita piena e indipendente qualunque sia la loro condizione. Questo darà alla gente fiducia nel sentirsi cittadini globali, pronti a sfruttare tutti i vantaggi che questo comporta. Le elezioni europee del maggio 2019 sono un’opportunità per i politici di dimostrare che l’UE è molto più della rete di complessità burocratiche che spesso dimostra di essere. L’Unione europea deve includere tutti. Con questo manifesto ENIL vuol evidenziare alcuni punti cruciali sui quali il Parlamento europeo deve esercitare un ruolo esemplare sui diritti umani e sull’inclusione sociale per chiunque.
1.Libertà di movimento per tutti.
La libertà di circolazione di beni, persone, servizi e capitali è un principio fondamentale dell’UE sancito dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFEU)3. La libertà di viaggiare nell’UE è una opportunità per le persone di scoprire la storia e l’immensa diversità culturale. Vedere e sperimentare le diverse culture e modi di vivere promuovono una società diversificata e inclusiva. Oggi le imprese commerciali europee utilizzano già le possibilità offerte dal diritto alla libera circolazione. I cittadini privati al contrario, spesso non possono godere pienamente di questo diritto di vivere, lavorare o studiare in un altro Stato membro dell’UE. La ragione è semplice: non esiste una normativa europea per sostenere il diritto alla libera circolazione.
I principi 12, 14 e 20 del Pilastro Sociale affermano che tutti hanno diritto, rispettivamente, alla protezione sociale, ad un reddito adeguato e all’accesso ai servizi essenziali, compresi i trasporti, comunicazione e servizi finanziari4. Eppure, in pratica, molti cittadini europei ancora non possono accedere a questi diritti di viaggiare, vivere, lavorare o studiare in un altro Stato membro dell’UE. Tutto ciò impedisce alle persone di scoprire le possibilità offerte dall’Unione Europea, come la ricerca di una vita migliore, unendosi al loro partner, andare in pensione, ad esempio, cogliere le opportunità di lavoro o studio. Questo vale soprattutto per i cittadini disabili dell’Unione Europea.
1 Vedi: http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php…
2 Vedi: FRA country studies on the right to independent living of persons with disabilities
3 Vedi: Art 45-66 TFEU
4 Vedi: https://ec.europa.eu/…/deeper-and-fairer-economic-and-mone…/ european-pillar-social-rights/european-pillar-social-rights-20-principles_en
Per garantire che tutte le persone con disabilità dell’UE abbiano il diritto di libertà di circolazione, ENIL invita i futuri membri del Parlamento Europeo (MEPs) a:
• Espandere il progetto pilota della Disability Card dell’UE e collaborare con gli Stati membri al riconoscimento dell’invalidità in tutta la UE.
• Lavorare con la Commissione europea e gli Stati membri per garantire che la Commissione per la Proposta di raccomandazione al Consiglio sull’accesso alla protezione sociale consenta a tutti i cittadini dell’UE di accedere ai servizi di supporto (sociale) in tutta l’UE.
• Utilizzare l’European Accessibility Act (EAA) come base per adottare un solido quadro europeo per un ambiente accessibile e inclusivo (costruito), con servizi completamente accessibili, compresi trasporti, comunicazioni e servizi finanziari.
• Garantire che il trasporto pubblico sia accessibile e che diventi un diritto esigibile per tutti i cittadini dell’UE.
• Garantire che i programmi transnazionali europei per i giovani come Erasmus e il Solidarity Corps siano inclusivi e pienamente accessibili a tutti i cittadini dell’UE, indipendentemente dalla loro necessità di supporto.
2 Un regolamento Europeo che incoraggi la transizione dall’assistenza istituzionale ai servizi e supporti per la collettività e alla fornitura di assistenza personale (PA)
L’accesso ai supporti sociali e ai servizi tradizionali, come menzionato al punto 1, sono solo un aspetto del passaggio verso un’Europa più sociale. L’accessibilità dei servizi dovrebbe essere accompagnata da uno spostamento del modello tradizionale basato sull’assistenza istituzionale e residenziale (istituti per disabili, RSD, residenze protette), verso un sistema basato sui diritti umani. Ciò significa che i Servizi e i sostegni di supporto basati sulla collettività (CBS) e accesso a all’assistenza personale (PA) devono diventare esigibili in tutta l’UE.
Essere in grado di vivere la propria vita come si vuole è essenziale per l’inclusione e la partecipazione nella collettività. Pertanto, tutte le persone disabili devono avere il controllo sul supporto che ricevono. Lasciare alle persone il controllo per adattare ai loro bisogni il supporto che ricevono significa avere l’indipendenza e l’autonomia necessaria per partecipare attivamente a tutti gli aspetti della società (collettività).
In linea con l’articolo 19 della Convenzione ONU (CRPD): il diritto di vivere indipendentemente ed essere inclusi nella collettività, ratificato dall’Unione Europea e dagli Stati membri, l’UE deve promuovere e facilitare lo spostamento verso un sistema di supporti che consenta alle persone di avere il controllo sulla propria vita e viverla secondo le proprie scelte ed esigenze.
L’assistenza personale, fornita tramite i pagamenti indiretti / budget personali gestiti dalla persona con necessità di sostegni, è lo strumento perfetto per lasciare alle persone il controllo sulla propria vita e di essere cittadini attivi. Inoltre, l’assistenza personale è altamente efficiente, perché consente alle persone di ottenere esattamente il giusto supporto per i loro bisogni individuali. Questo riduce i costi e le prestazioni per altri servizi, come l’assistenza sanitaria. La questione più importante è il rispetto dei diritti umani.
Sebbene l’articolo 153, paragrafo 4 del Trattato UE limiti la competenza dell’Unione Europea in campo sociale, il paragrafo 2 dello stesso articolo consente al Parlamento europeo e al Consiglio lo scambio e la promozione di buone prassi per migliorare l’inclusione sociale e rimuovere gli ostacoli amministrativi.
5 Vedi: Report sulla Giornata Europea delle Persone con Disabilità 2015 e il report intra europeo su Lavoro e Mobilità 2016
6 Vedi: Per maggiori informazioni sui concetti CBS e PA
7 Vedi: Per ulteriori informazioni sull’art. 19 confronta il recente Commento Generale del Comitato per la Conv. ONU
Con questo in mente, ENIL richiama il neo eletto Parlamento europeo a:
• Garantire che le persone disabili che vivono nelle istituzioni e / o quelle con maggiori necessità di sostegni non siano escluse dalle iniziative politiche dell’UE; queste iniziative devono concentrarsi sempre di più sull’occupazione come mezzo per affrontare l’esclusione sociale e la povertà.
• Promuovere la transizione dalle cure istituzionalizzanti e residenziali (es. residenze protette per disabili) verso sostegni basati sulla collettività (CBS) e Assistenza Personale (PA) tramite tutti gli strumenti e le iniziative della politica dell’UE, incluso il semestre europeo.
• Includere la disponibilità e la qualità di CBS e PA come indicatori nel Regolamento di valutazione sociale dell’UE.
• Migliorare la raccolta dei dati per quanto riguarda i servizi e sostegni per le persone con disabilità per monitorare i progressi, facilitare lo scambio di buone pratiche ed un uso più efficiente della carta d’invalidità dell’UE.
• Garantire che la Direttiva sulle Dichiarazioni Scritte e la Direttiva sull’Orario di Lavoro riconoscano l’importanza della transizione verso CBS e PA. Questo include lavorare con gli Stati membri per assicurarsi che i sistemi nazionali di sicurezza sociale forniscano adeguati finanziamenti per consentire agli utenti della PA, nel rispetto delle direttive sopra indicate.
3. Fondi UE per la Vita Indipendente
I fondi strutturali e di investimento europei (fondi ESI) sono uno degli strumenti più importanti dell’UE per ridurre le disuguaglianze tra le diverse regioni. Dovrebbero facilitare l’inclusione sociale e sostenere la transizione dall’assistenza istituzionale tradizionale verso servizi e sostegni per la collettività e l’assistenza personale.
Negli ultimi anni, i fondi ESI hanno svolto un ruolo fondamentale nell’introdurre in agenda la deistituzionalizzazione e la transizione alla vita comunitaria, incoraggiando le riforme. Allo stesso tempo, nonostante alcune buone intenzioni, questi fondi non sono stati utilizzati in conformità con l’articolo 19 della Convenzione ONU: le persone disabili vengono trasferite dai grandi ai piccoli istituti, senza avere adeguati sostegni per poter vivere in modo indipendente, tantomeno sono coinvolti direttamente nelle decisioni riguardanti la loro vita.
Incoraggiamo fortemente a mantenere l’attenzione sulla deistituzionalizzazione e sulla Vita Indipendente nel prossimo Regolamento finanziario poliennale (MFF).
Questo abiliterà l’UE e i suoi Stati membri a rispettare gli obblighi della Convenzione ONU. Il passaggio dall’assistenza istituzionale e residenziale verso servizi e sostegni basati sulla collettività contribuisce anche alla realizzazione del principio 18 del Pilastro Sociale, che afferma: “Tutti hanno diritto ai servizi di cura a lungo termine a prezzi accessibili e di buona qualità, in particolare all’assistenza domiciliare e ai servizi basati sulla collettività”
8 Vedi: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/…
9 Vedi: Briefing ENIL sull’utilizzo dei fondi per la Vita Indipendente 2018
10 Vedi: https://ec.europa.eu/…/deeper-and-fairer-economic-and-mone…/ european-pillar-social-rights/european-pillar-social-rights-20-principles_en
Al fine di garantire che i fondi dell’UE siano utilizzati in modo più efficiente e facilitare l’inclusione sociale e la Vita Indipendente, ENIL richiama il neoeletto Parlamento europeo a:
• Utilizzare i fondi ESI per una vera deistituzionalizzazione e per la Vita Indipendente, in linea con l’articolo 19 della Convenzione ONU, come indicato nel Commento Generale all’articolo 19.
• Migliorare i sistemi di monitoraggio e delle denunce sui Fondi ESI, per evitare che questi vengano utilizzati per sostenere servizi e strutture che facilitano la segregazione delle persone disabili e impediscano la loro inclusione sociale (collettività).
• Garantire che le persone titolari di progetti finanziati con i fondi ESI abbiano voce in capitolo su come vengono spesi questi soldi – dalla pianificazione al monitoraggio- compresa l’attuazione. È essenziale che il principio di partenariato sia rafforzato nel prossimo Regolamento MFF.
• Sostenere l’innovazione sociale e le riforme che migliorano l’accesso a tutte le categorie svantaggiate sui diritti umani e fornire finanziamenti per i sostegni centrati sulla persona come l’assistenza personale.
• Creare un fondo per l’accessibilità e l’inclusione specificamente finanziato, ad esempio, dalle autorità locali, ONG e altri attori a livello base per attivare progetti sull’accessibilità (ad esempio su come rendere accessibili gli edifici pubblici).
• Utilizzare il semestre europeo per monitorare gli sviluppi sociali a livello nazionale, per assicurare che gli investimenti dei fondi ESI siano sostenuti dalle decisioni politiche e di bilancio, sempre a livello nazionale.
4. Integrazione della disabilità in tutti i settori della politica
Come sottolineato sopra, l’inclusione non riguarda solo l’accesso ai servizi sociali; riguarda tutte le aree della vita. Include l’accesso all’assistenza sanitaria, istruzione e impiego, trasporti pubblici, abitazione, cultura, sport e tempo libero e altri settori.
L’inclusione va anche oltre la disabilità e non è limitata a nessun particolare gruppo o categoria. Tutti i bambini hanno bisogno di supporto per una partecipazione globale nella scuola. Tutti i dipendenti hanno bisogno di pause durante il giorno e orari di lavoro flessibili di volta in volta.
ENIL sollecita il neo eletto Parlamento europeo a:
• Assicurarsi che la natura universale dell’inclusione sia riconosciuta e integrata in ogni ambito della politica.
• Spostare il tema dell’inclusione sociale dal Ministero del Lavoro a quello della Giustizia. L’inclusione è una questione di diritti umani, non del Welfare